Descrizione
Il Selvaggio
annata completa
anno V 1928
pubblicazione quindicinale
24 numeri rilegati
21/22 mese di novembre doppio
Direttore Mino Maccari
Tipografia dell’Ancona, Siena
1928
cm. 31×46 Volume rilegato in mezza tela, 24 fascicoli de “il Selvaggio”, pp.88
Scritti e disegni di Ardengo Soffici, Mino Maccari Ottone Rosai, Berto Ricci, Alessandro Del Vita, Oscar Gallo, Arrigo Del Rigo, Leonetto Tintori, Indovinalagrillo, Orco Bisorco,Alberto Luchini, Mario Tinti, Pistolenza Bargellini, Sandro Volta, Giorgo Vecchietti, Quinto Martini, Bracaloni, Cipriano E. Oppo, Giorgo Rosso, Cafiero Tuti, Giorgoi Morandi, Bartolini, Guido Fracassi, Braccio Agnoletti, Luigi Chiarini, Alessandro Zirardini,
La rivista, voluta e diretta da Angiolo Bencini, un vinaio di Colle di Val d’Elsa, nasce e viene pubblicata in questo comune in provincia di Siena. Il primo numero esce il 13 luglio 1924 (un mese dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti) e presenta sopra la testata la dicitura «Marciare, non marcire. Né speranza né paura», sotto «Battagliero fascista». Il direttore generale responsabile è lo stesso Bencini; Mino Maccari ha le funzioni di redattore. Redazione e amministrazione hanno sede in Colle di Val d’Elsa.
I primi tre numeri escono rispettivamente il 13, il 19 e il 30 luglio 1924, poi la periodicità diviene settimanale fino al n. 14 del 12 ottobre (il n. 13 del 5 ottobre è erroneamente indicato come «5 settembre»); i nn. 15-16 del 26 ottobre e 17-18 del 9 novembre sono doppi, così come i nn. 21-22 del 7 dicembre e 23-24 del 21 dicembre. Nel gennaio 1925, anno II, escono due numeri, poi con periodicità che varia tra sette e quattordici giorni, con un numero doppio (il 17/18 del 18 maggio 1925), fino al giugno di quell’anno, in cui escono due numeri il secondo dei quali reca la data 23-30 giugno (n.21) e chiude le pubblicazioni.
Queste riprendono nel marzo 1926, anno III, con il n. 2. La redazione è ora a Firenze, Mino Maccari è divenuto direttore responsabile e la stampa è affidata allo Stabilimento tipografico Giannini e Giovannelli, Via della Pergola 16, Firenze. La periodicità è quindicinale e col n. 4 del 16-30 aprile la redazione figura all’indirizzo di via dei Servi 51, Firenze. A maggio esce un solo numero doppio, il 5/6, e nei mesi seguenti fino a ottobre un solo numero al mese; quello del 1 ottobre è l’ultimo del 1926.
A partire da gennaio 1927 la redazione si sposta in via S. Reparata 41, sempre a Firenze; la stampa passa a Vallecchi. In questo anno escono 24 numeri ad intervalli più o meno regolari: il n. 16 del 1 settembre è indicato erroneamente come n. 1, 16 settembre; nel n. 20 del 10 novembre nella testata scompare l’indirizzo di S. Reparata 41 e viene scritto semplicemente «Si pubblica in Firenze»; nel n. 23 del 15 dicembre la redazione è in via dell’Oche 9, Firenze.
Dal n. 1 del 15 gennaio 1928 la redazione resta a Firenze, ma la stampa della rivista viene fatta a Siena presso la Tipografia dell’Ancora. Anche nel 1928 escono 24 numeri, di cui il 21/22 del 30 novembre è doppio.
La VI annata, 1929, si apre con un numero doppio del 31 gennaio (n. 1/2); nel n. 5 di marzo la redazione è indicata con sede a Siena, piazza Umberto 3; i nn. 7/8 di aprile, 10/11 di giugno, 13/14 di luglio, 15/16 di agosto, 17/18 di ottobre, sono doppi; il fascicolo del 15 dicembre riunisce i nn. 20/23; l’ultimo numero dell’anno è il 24 del 30 dicembre 1929.
Le pubblicazioni del 1930 iniziano col n. 1 del 15 marzo e constano di soli quattro numeri (15 marzo, 30 aprile, 15 novembre e 15 dicembre). Il 1931 si apre con il trasferimento della redazione a Torino, in via Pietro Micca 12, la stampa è affidata alle officine grafiche V. M. Briscioli di Torino. I fascicoli dell’annata sono in totale 21; il n. 12 del mese di luglio viene sequestrato per la vignetta di prima pagina e una strofetta irriverente su Farinacci; nel luglio esce un secondo n. 12 con variazioni del numero sequestrato.
Nel 1932 la redazione si sposta a Roma, con sede amministrativa in via Crispi 10 e la stampa dei F.lli Pallotta. Il primo numero dell’anno è del 31 marzo, i numeri totali 12 fino al 31 dicembre, con periodicità irregolare e un vuoto vistoso fra il 15 settembre e il 1 novembre. Il 1933 presenta nove numeri nell’arco dell’anno, a cominciare dal n. 1 del 15 febbraio; col n. 5 (31 agosto) la redazione romana è in via del Gambero 8. Nel 1934 escono 13 fascicoli dei quali i nn. 3/4 (31 marzo), 6/7 (15 maggio) sono doppi; nel n. 8 del 30 giugno cambia la tipografia (stampa Poligrafica Italiana, Roma). Nel 1935, a partire da gennaio, escono 10 numeri, di cui il 5/6 (31 agosto) e il 7/8 (15 ottobre) sono doppi. Nel 1936 i fascicoli, a partire dal n. 1/2 del 15 marzo fino al n. 11/12 del 30 novembre sono tutti doppi. Così pure nel 1937, cinque fascicoli doppi fino al n. 9/10 del 30 novembre che è un numero dedicato a Luigi Bartolini. Nel 1938 escono cinque numeri, di cui i primi tre da gennaio a marzo e gli altri due a ottobre e novembre. Le pubblicazioni del 1939 iniziano con i nn. 1/4 del 31 luglio, proseguono coi nn. 5/6 del 10 ottobre e 7/8 del 15 novembre per chiudersi con i nn. 9/10 del 30 novembre in un fascicolo (che reca erroneamente l’indicazione dell’anno XVII anziché XVI) interamente dedicato ai «Disegni di Guttuso».
I fascicoli del «Selvaggio» nel 1940 sono quattro: i primi tre rispettivamente di gennaio, aprile e maggio, il n. 4/5 del 31 dicembre; il n. 3 (31 maggio) è dedicato ai «Disegni di Orfeo Tamburi». Nel 1941 escono tre fascicolo doppi: il n. 1/2 del 30 marzo, il n. 3/4 del 31 maggio dove, oltre al nome del direttore responsabile Mino Maccari, compare quello del redattore capo Enrico Galluppi, e il n. 5/6 del 15 novembre. Il 1942 presenta due fascicoli tripli, il n. 1/2/3 del 15 marzo 1942 – XX (erroneamente indicato come anno XVIII invece di XIX) e i nn. 4/5/6 del 15 giugno dedicati ai «Disegni di Longanesi». L’ultimo anno di vita del «Selvaggio» presenta un solo fascicolo, n. 1/2/3, del 15 giugno 1943 – XXI, indicato erroneamente come anno XIX anziché XX.