Descrizione
I Fioretti di San Francesco
Introduzione di Nazareno Fabbretti
Edizioni Paoline
settembre 1981
cm. 20,5×29 Legatura editoriale in similpelle con fregi in oro e argento ai piatti ed al dorso, tagli dorati, segnalibro in stoffa, pp. 274,
una mappa dell’Umbria su foglio sciolto, cofanetto
Illustrato dalla riproduzione delle miniature tratte da un codice del XV secolo del British Museum in formato maggiore del 20-25% rispetto all’originale.
Le cornice, le lettere ornate e i fregi sono tratti dal “Messale Della Rovere” un codice miniato del XV secolo, per gentile concessione dell’Archivio di Stato di Trento.
Francesco, figlio di Pietro Bernardone, un ricco mercante di stoffe, nasce ad Assisi nel 1181; il suo nome, nel
linguaggio di quel tempo, significa “il francese”, ma il significato originario è “libero”. Francesco cresce intelligente e
vivace, alla scuola vescovile impara grammatica, francese e latino, ma gli piacciono soprattutto i romanzi che
raccontano imprese eroiche di cavalieri leali e generosi. A vent’anni partecipa alla guerra contro Perugia, ma viene
fatto prigioniero. Tornato ad Assisi, il suo animo è inquieto: sente un grande vuoto dentro ed appare silenzioso. In
realtà dentro di lui sta maturando la svolta da dare alla sua vita: fa elemosine ai poveri, abbraccia i lebbrosi e un
giorno – mentre prega nella piccola chiesa di San Damiano, – vede il crocifisso muovere le labbra e dirgli: «Francesco,
ripara la mia casa perché sta crollando». Comprende allora che il Signore lo chiama e lascia tutto, perfino le vesti che
indossa, per dedicare il suo tempo al Signore nella preghiera e per mettersi al servizio dei poveri. Quando da un
sacerdote ascolta le parole del Vangelo: «I discepoli di Cristo non devono possedere né oro né argento, né portare
bisaccia o borsa o bastone per via, né avere calzari, né due tonache, ma soltanto predicare il Regno di Dio e la
penitenza», Francesco decide di vivere povero tra i poveri, senza possedere nulla, come Gesù. Vivendo così attira
l’attenzione di altri giovani che lo seguono imitando il suo stile di vita; tra loro, c’è Chiara, una bella ragazza dai capelli
biondi, che sceglie di essere povera e casta proprio come Francesco. Francesco muore nell’ottobre dell’anno 1226,
alla Porziuncola; disteso sulla nuda terra, ha un’ultima lode per il Signore, che sta raggiungendo attraverso «nostra
sora morte». Si racconta che nel momento in cui spirò uno stormo di allodole si sia levato in volo dal tetto della sua
cella.