Descrizione
Marc Dugain
La maledizione di J. Edgar
Traduzione di Maurizio Ferrara
Passigli/Narrativa
2007
ISBN 978-88-368-1309-8
cm. 21×13,5 br. ed. ill. con risvolti, pp. 325
Nel corso del XX secolo, nessun uomo ha rivestito tanta importanza per il proprio paese quanto Hoover»: queste le parole pronunciate da Ronald Reagan,
allora Governatore della California, al funerale del fondatore dell’FBI. Ma in che modo Hoover fu l’uomo più importante del suo paese?
Alla testa dell’FBI dal 1924 al 1972, anno della sua morte, il suo incarico coprì l’arco dei mandati di otto presidenti, sei dei quali (Roosevelt, Truman, Eisenhower,
Kennedy, Johnson e Nixon) sono protagonisti di questa ricostruzione romanzesca, ma basata su fatti reali, di un memoriale steso da Clyde Tolson,
vicedirettore dell’FBI e suo amante.
Il suo potere si esercitava attraverso una rete di controllo capillare della vita e dei segreti di quasi tutti i più importanti personaggi degli Stati Uniti,
dai presidenti alle stelle di Hollywood, dai capi mafiosi agli oscuri politici di provincia.
L’incredibile durata dell’incarico di Hoover – e d’altronde, quale presidente o ministro della Giustizia si sarebbe azzardato a rimuoverlo? – si interseca con le maggiori
vicende americane di tutto il suo cinquantennio di potere: dall’invenzione della ‘caccia alle streghe’ alla tolleranza verso la mafia, dalle vicende della guerra mondiale
alla crisi di Cuba, dal Sessantotto alle proteste contro la guerra del Vietnam, dagli assassini di John e di Robert Kennedy alla morte di Marilyn Monroe.
Ma chi era davvero John Edgar Hoover, e cosa lo spingeva alla sua ossessione di controllo totale della vita del paese?
Solo la sete di potere o anche la presunzione di incarnare il vero spirito americano, e di sapere esattamente quale fosse il bene per gli Stati Uniti?
E come convivevano in lui il più rigido puritanesimo americano e la sua condizione di omosessuale?
Il successo di questo romanzo sta nella risposta a questi interrogativi.