Thomas Bernhard Antichi Maestri Adelphi Edizioni 1993

20,00

segni d’uso e del tempo alla copertina, strappetto alla quarta, (foto) macchietto ai tagli,leg. salda, triangolino del prezzo tagliato al secondo risvolto, pagine normalmente ingiallite senza segni né sottolineature

Descrizione

Thomas Bernhard

Antichi Maestri
Commedia

traduzione di Anna Ruchat

Adelphi
Fabula 65
seconda edizione
febbraio 1993
ISBN 88-459-0944-1
cm. 22×14 br. ed. ill. con risvolti pp.198
In copertina: Tintoretto, Ritratto di Uomo dalla barba bianca (intorno al 1564). Kunsthistorisches Museum, Vienna

Ogni due giorni, un vecchio signore si siede nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna e guarda un celebre quadro di Tintoretto. Quell’uomo ha molto del genio, in un Paese che non tollera i geni («Il genio e l’Austria non sono compatibili» leggeremo qui). Che cosa cerca? Qualcosa che non indovineremmo mai e che solo in un romanzo di Bernhard può diventare tema centrale: cerca i difetti dei capolavori («Il tutto e il perfetto non li sopportiamo»). Quel vecchio signore, che conosce l’arte come nessuno – e ne trasmette i segreti a un guardiano del museo, devoto fino all’identificazione –, sa anche vedere la minaccia che si nasconde nell’arte, nella pretesa oppressiva del capolavoro. Nulla è più rischioso che osservare «a fondo» un capolavoro. Tanto maggiore la gravità dello sguardo, tanto più squassante il riso convulso che ci coglierà mentre continuiamo a ripeterci certe celebrate parole, come se dietro il significato più alto si spalancasse ancora un vortice di insensatezza. Questa la donnée di Antichi Maestri, uno dei romanzi ultimi di Thomas Bernhard (è apparso nel 1985), e anche uno dei libri dove egli si è spinto più in là, in una vera terra di nessuno fra l’arte e la vita, una terra abitata dalla lucidità, dalla disperazione, dal lutto per un amore perduto. Come in una confessione testamentaria, Bernhard parla non solo di ciò che la pittura – e la musica, la letteratura, la filosofia – sono, ma di ciò che non possono essere, non potranno mai essere: di quel punto in cui l’arte viene meno. Temi azzardati, ai quali il genio di Bernhard sa dare una prodigiosa immediatezza. Non solo: variando su di essi, egli riesce a inscenare, con verve sinistra e al tempo stesso liberatoria, quella che egli definisce, nel sottotitolo, una «commedia».
(dal risvolto di copertina)